Mariella all'opera al Good Samaritan
Quando i miei amici Anny e Piero mi dissero che sarebbero andati a Nairobi questa estate, all'orfanotrofio “Good Samaritan”, per raggiungere Claudia e Marta e aiutarle nell'opera di volontariato, ho pensato dal primo momento che ci sarei andata anche io. Ho sempre partecipato a iniziative di volontariato, ogni volta che mi è capitata l'occasione, ma stavolta avevo l'opportunità di constatare direttamente le realtà dei luoghi e del disagio concreto. Non avevo idea di come avrei reagito, davanti a quanto si prospettava, alla visione della miseria e dell'abbandono.
E quello che ho visto di persona è per certi aspetti anche peggio di come potevo immaginare, almeno al primo impatto.
Nonostante i disagi, pesanti per chi è abituato a uno stile di vita occidentale ma davvero poca cosa paragonati alla situazione della maggioranza in Kenia, è stata una esperienza ricchissima, che vorrò ripetere. I bambini del “Good Samaritan”, grazie agli aiuti dei volontari e delle volontarie, e a chi li accudisce costantemente, iniziano ad avere una vita più dignitosa. Hanno un letto e una stanza, condivisa ma con un loro piccolo spazio personale, hanno dei servizi igienici e l'acqua per lavarsi, e grazie al sostegno fornito dalle “adozioni a distanza” organizzate dalla nostra associazione, frequentano ciascuno una scuola adatta all'età, e ricevono periodicamente la visita di un medico, tutte cose che in Kenya lo stato non garantisce.
I bambini iniziano a sentire che anche se a distanza possono contare su un affetto, che sinceramente ricambiano, la solidarietà tra di loro, la lealtà che li anima nei confronti dei “fratelli” del Good Samaritan mi ha profondamente commosso.
C'è tanto, tantissimo da fare. Per questo ogni mano serve, ogni aiuto è utile, basta poco per offrire loro una istruzione, le cure cui avrebbero diritto, per avvicinare l'obiettivo che la nostra associazione persegue: quello di indirizzarli verso un futuro dignitoso, libero dalla miseria, di offrirgli quella opportunità che forse non avrebbero.
Senza l'associazione e i miei preziosi compagni di viaggio non sarei riuscita a vivere questa esperienza. Si sono rivelati tenaci, sensibili, e allo stesso tempo organizzativi e “pratici” in ogni circostanza. Grazie quindi ad Anny e Piero, a Marta e in particolare a Claudia, la giovanissima Presidentessa che ha voluto tenacemente la costituzione di questa iniziativa e se ne occupa con una dedizione e una competenza da veterana.
Mariella M.D. Setzu